3 settimane in auto, 3.000 chilometri e 15 città. Queste le mie vacanze in numeri, ma raccontare un tragitto in macchina così lungo impone delle scelte. Che struttura dare alla narrazione?
Questa mattina mi sono svegliato nell’essenzialismo collegiale sovietico e ho sentito la necessità di scrivere. Ho preso la tastiera, ho aperto l’iPad, ho ricordato quello che ho visto nei primi 4 giorni di viaggio.
Città, palazzi e strade si stanno già sommando uno all’altro; è il momento di raccontare quanto ho visto, ma:
- Odio la successione temporale
Può davvero essere interessante sapere che il primo giorno ho mangiato in un ristorante prima di andare a vedere un museo? Mi sembra di seguire me stesso e non mi piace. Butterò via questa struttura narrativa subito: non racconta nulla e non lascia spazio all’immaginazione. - Non sopporto le monotematiche
I 5 migliori ristoranti delle mie vacanze estive? Quelli in cui non sono stato. Le 3 migliori terme della Repubblica Ceca? Prendi l’auto e scoprile. Le liste della spesa non sono mai affascinanti, sopratutto se raccontano di luoghi che hanno suscitato delle emozioni che vorresti portare a casa con te. - Scartabellare nei cassetti della memoria
Quei 4 passi notturni tra le dimore di inizio secolo mi hanno convinto: durante una passeggiata per Carlsbad ho visto una finestra illuminata nascosta tra le fronde di un albero. Per raggiungerla dovevo percorrere un viottolo in salita e poco illuminato. Ma che scoperta in cima!
Racconterò queste vacanze nei prossimi articoli, vuoi leggerli?
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