Un viaggio con un doposbronza micidiale. Hank Chinaski: alcolizzato, instabile, misantropo. Un antieroe che si sposta di paese in pese, di donna in donna, di lavoro in lavoro con almeno un pacco di birre da sei, una bottiglia di whiskey o di porto.
L’ho conosciuto un sabato mattina in un piccolo punto vendita di una grande libreria mentre cercavo qualcosa da leggere. I bei libri sono come le ciliegie, ricordo di aver pensato, non litigherà con Mr. Vertigo.
Tornando alle dis-avventure del mio nuovo paladino: non si lascia mai scappare un’occasione per scopare, ubriacarsi, cambiare lavoro. A lui le cose capitano o le fa capitare e, quando non gli va bene qualcosa, e succede spesso, lo scrive con disinvoltura sulla sua macchina da scrivere.
L’ultima volta ho consegnato lettere con lui mentre aspettavo di essere imbarcato su un volo.
Pensavo di essere l’unica testa piegata su un libro invece che sullo schermo di un cellulare.
Hank aveva appena perso il blocco delle consegne in un acquazzone. Si era lasciato trasportare dalle intemperie per ripescarlo e l’acqua gli arrivava alle ginocchia. I vestiti, zuppi fino alle mutande, gli si incollavano addosso facendolo gelare.
Ritrovato il blocco e tornato in deposito hanno chiamato il mio volo.
Sulla spalla sinistra mi sono sentito chiedere: “Ti piace?” mentre ero in coda per imbarcarmi. Eccolo qui: un altro che era stato tra le gambe di Betty, aveva tracannato un bicchiere di whiskey da due soldi alla ricerca di un nuovo lavoro per non impazzire alle poste.
“A me un sacco” aveva aggiunto, sfoggiando la sua edizione tutta stropicciata in lingua originale.
Mi dispiace non aver impatto di più da Chinaski: mi sono fatto scappare un’occasione per scoprire come si pronuncia il suo nome.